Eventi, feste e sagre

Dall'8 al 21 agosto 2022 a Prato Carnico tornano i Cosacchi, ma con le Fotografie di Sergio Genn

L'interessantissima mostra fotografica documenta per immagini la presenza dei Cosacchi in Friuli tra il 1944 ed il 1945, verrà inoltre presentato il libro

E’ una delle tante storie di uomini, di cui sono intrise le guerre, storie incredibili, con spostamenti di gente innocente oltre ogni dire. Ci fu un momento dopo la sconfitta di Stalingrado, che i nazisti iniziarono a spostare verso ovest le truppe dei loro collaborazionisti, come i cosacchi: chissà se quest’ultimi sapevano dove fosse quella regione che gli era stata assegnata! Quando i cinquanta treni militari provenienti dall’Ucraina, da quelle zone del Donbass, oggi così "famose”, si fermarono ad Udine, apparvero quasi trentamila persone, soldati ma anche vecchi, donne e bambini. I Cosacchi si erano portati via anche le famiglie insieme alle tradizioni, compresi il pope, i vescovi, compresi i registri di Stato civile, perché tutta quella gente continuamente si sposava, nasceva e moriva. E si trovarono in un Friuli abituato al movimento dei popoli, anche rassegnato alla fine di una guerra disgraziata.

Ora è il tempo di una mostra che vuole, non tanto fare luce su una vicenda ormai ben conosciuta, ma perpetrare il ricordo di un avvenimento così traumatico che ha segnato la popolazione carnica. Perché, se pure le autorità cosacche non cercavano di familiarizzare, vi furono violenze estreme tra i Cosacchi che erano di fatto degli occupanti e i friulani. D’altra parte proprio i Cosacchi erano gente con tradizioni bellicisti, fatti per la guerra.

La Mostra allestita nella sala frazionale di Pesariis di Prato Carnico, è stata intitolata "I Cosacchi in Friuli, 1944 – 1945. Le fotografie di Sergio Gennaro” ed è curata da uno studioso del calibro di Enrico Folisi, che ha anche realizzato un libro sulla vicenda. Il tutto si inquadra nelle manifestazioni della Madonna di Culzei. Si tratta in definitiva di ben 175 bellissimi scatti, alcuni amatoriali, altri professionali, della comunità cosacca, spesso ritratta in pose impettite, di persone che cercavano anche loro di trovare una via d’uscita dalle vicende drammatiche della guerra e che, forse, avevano pensato anche di rimanere nella Carnia, dove al di là delle montagne, che non conoscevano, si erano ben trovati.

Per le Informazioni in dettaglio vi rimandiamo al sito della Pro Loco della Val Pesarina


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