Arte, tradizioni, artigianato e storia

Venanzio Ortis, l'Atleta orgoglio d'Italia e figlio della Carnia

Venanzio Ortis, uno dei primi mezzofondisti di livello mondiale, emblema della terra di Carnia, che lo ha visto correre e crescere attraverso le sue valli, simbolo dello sport nel suo significato più puro

Dalla sua Valle sino alle piste di atletica, sino alla conquista dei 5000 e 10000 metri di atletica nel catino di Praga agli europei del 1978. Nato a Paluzza, nella Valle del But, estrema propaggine della Carnia, Venanzio Ortis è stato il primo dei mezzofondisti italiani di livello mondiale: aveva imparato l’atletica, il fondo, correndo per la valle, per arrivare sino al confine di stato con l’Austria, al Passo di Monte Croce Carnico. Dietro di lui una generazione di altri fondisti che avevano visto le sue esperienze, la sua forza, la sua capacità, come dire aveva fatto scuola.
I giovani lo emulavano ed iniziarono a correre sulle piste e le mezze maratone inneggiando il suo nome, guardando i suoi tempi. Vincere in quelle gare, prima dominio dei finnici e poi dei tedeschi dell’est, con quello che comportava sul fronte dei sospetti di doping, dava la dimensione dell’atleta, tutto acqua e sapone, montagna e sacrificio. Ma il doping di Venanzio erano solo il prosciutto, le erbe della sua montagna, l’allenamento sano e genuino che l’aveva portato ai vertici con quella faccia da bravo ragazzo. Aveva imparato, ma non era una novità, la fatica praticando lo sci di fondo d’inverno e lo ski-roll d’estate. Ma gli piacque più cimentarsi nelle piste non solo quelle in tartan ma dovunque si corresse: non va dimenticato che per la categoria degli juniores vinse anche una medaglia d’oro ai campionati mondiali di Milano del cross country. Il destino lo ha "imparentato” con la famiglia Di Centa e con "Manu”, grandissima atleta aveva un grande frequentazione. Come dire che le due famiglie avevano i geni della corsa, della sofferenza ma anche della vittoria. Ha fatto parte sino alla pensione del Gruppo Fiamme Oro della Polizia di Stato all’interno della quale ha sempre alimentato la passione per il fondo dei suoi giovani commilitoni. Ha spesso avuto guai muscolari che ne hanno limitato la partecipazione alle gare importanti come le Olimpiadi: andò nel 1976 a quella di Montreal senza riuscire a brillare in alcun modo e sempre per infortunio non si poté presentare a quelle di Mosca per il 1980. Tre anni dopo ufficializzò il proprio ritiro. Venanzio, comunque è rimasto legatissimo alla sua terra, la Carnia, come lo è allo Sport di cui è tutt’ora simbolo ed esempio indiscusso, testimone di quell’agonismo e sport puro, non contaminato, che deve essere di riferimento ed ispirazione per i nostri giovani atleti italiani ed esteri. Ha rivestito fino a tempi recenti cariche importanti all’interno della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e tutt’ora riveste il ruolo di Vice Presidente nella Associazione Maratonina di Udine, che quest’anno il 3 di ottobre 2021, vedrà lo svolgersi della 21ª Edizione Della Maratonina Internazionale "Città di Udine”

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