Eventi, feste e sagre

Carnevale a Sauris, una tradizione che si rinnova nel tempo

Tutto pronto nella città di Sauris, nel cuore della Carnia, per dare vita a un carnevale unico nel suo genere, che si rinnova nel solco della tradizione anche in questo 2019

E’ una delle manifestazioni più antiche dell’intero arco alpino: ilCarnevale di Sauris, con molti secoli alle spalle, che scende nelle pieghe della tradizione e della lingua tedesca per esaltare i due protagonisti della grande festa, il Rölar e il Kheirar; loro altro non sono se non le due maschere "regine”, una cattiva mentre l’altra è buona ed organizza, se così si può dire, l’intero carnevale paesano che si chiama, ecco l’omaggio alla lingua tedesca, Voshankh . "Il Rölar è una figura magica e demoniaca armata di una scopa che avverte la gente che si prepari per la mascherata”. Il Kheirar, è, invece, il re delle maschere”. 

Un carnevale tra maschere artigianali e folkloristiche

Ma è un vero carnevale anche se qualche indulgenza verso i turisti l’ha per forza adottata. Comunque nel pomeriggio del Sabato Grasso le due figure si fanno vedere sulle strade di Sauris e delle sue frazioni, apripista di un corteo composto di maschere che possono essere brutte, le Schentena schembln, o belle, Scheana schembln, ma che non devono far riconoscere coloro che le indossano. Le maschere sono di legno e rappresentano esse stesse dei capolavori degli artigiani della valle, la migliore poi verrà premiata alla fine della festa. La Notte delle lanterne è l’altro momento di grande suggestione e prende il via appena fa notte: l’obiettivo è quello di fare un grande falò, che tradizionalmente scacciava gli incubi e le brutte streghe. 

Per arrivare alla pira il corteo si avvia verso i boschi, in ambienti davvero suggestivi. Ci sarà da bere e mangiare? Certamente. Intanto il vin brulè e poi le frittelle insaporite con la salvia. Ma questo è solo "il primo tempo”. Ritornati in paese i partecipanti al carnevale sono attesi dalla musica delle orchestrine e dai cibi saurani in principal modo dal prosciutto della valle, leggermente affumicato e stagionato, e che sfida da sempre il San Daniele per primeggiare sulle tavole dei buongustai.

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